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Il Giardino delle rose antiche

Colori e profumi riscoperti nelle ville e nelle case contadine

Intorno al Museo Etnografico Dolomiti si estende un’area di oltre 4 ettari di terreno, con boschi prati, campi. L’elemento più suggestivo è sicuramente un giardino pensile delimitato da un muro, con un piccolo berceau, da cui si spazia con lo sguardo su un’ampia porzione della Val Belluna e sulle montagne dolomitiche che la incorniciano.

E’ un luogo speciale in cui si possono ammirare numerose varietà di rose antiche, raccolte a partire dal 1997 nel territorio della provincia di Belluno. Nato da una proposta di Daniela Perco, il giardino ha trovato concreta realizzazione attraverso un lavoro certosino di riproduzione, per talea o margotta, di varietà di rose antiche presenti nelle case contadine, nelle ville, nelle canoniche della provincia, grazie all’instancabile impegno di Renato Dal Cin e Alida Dal Farra, che ne ha curato anche la progettazione.

Il restauro delle strutture murarie ad opera della Comunità Montana Feltrina e il prezioso apporto dell’Amministrazione Provinciale di Belluno e del Gruppo Folklorico di Cesiomaggiore hanno consentito di portare a compimento il progetto.

L’originalità di questo giardino consiste proprio nel fatto che nessun rosaio è stato comprato: alcuni erano già presenti nella villa (Baronne Prevost, Souvenir de Madame Léonie Viennot, Albéric Barbier, Doroty Perkins); altri provengono da diverse località del Bellunese (ad esempio la Rosa Kazanlik, coltivata in Ungheria e Turchia per ricavarne l’essenza di rosa è stata trovata a Lasta di Livinallongo); altri ancora sono legati a vicende di emigrazione.

La rosa Jacques Cartier (rosa pallido, profumata e rifiorente) è stata recuperata nell’orto di una balia di Porcen (Seren del Grappa) che aveva prelevato alcune talee a Varese nella villa dei signori presso cui lavorava; la Cécile Brunner, con i piccoli boccioli rosa pallido che sembrano di porcellana, e altre due varietà non identificate, ma di grande fascino, sono state portate dal Rio Grande do Sul da discendenti di veneti emigrati in quelle terre alla fine del XIX.

Per valorizzare il giardino, che conta più di 300 rosai, vengono organizzati ogni anno corsi di disegno botanico sulle rose antiche, conferenze e altri eventi.


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Aggiornata lunedì 14 novembre 2022 a cura di Marco Zucco

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