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Consuetudini alimentari

Profumi e sapori del territorio

Nel piano terra si sviluppa un percorso sul sistema alimentare tradizionale del territorio bellunese. Oggetti, immagini in sequenza e film documentano le differenti modalità di preparazione e consumo del cibo nella fascia dolomitica e in quella prealpina.

La prima risente delle influenze austriache, con un’ampia gamma di paste ripiene (casunziéi, cassanzé), l’uso dei semi di papavero, di Camelina sativa (liron), di semi di canapa, dragoncello, erba cipollina. La base alimentare è  una combinazione di cereali (segale, frumento, grano saraceno e mais) e latticini (uno dei formaggi tipici è il zìgher, insaporito spesso con l’erba cipollina), con l'apporto di legumi come la fava e i piselli.

Nell’area prealpina, aperta verso la pianura veneta, la polenta nelle infinite varianti di preparazione (infasolàda, impatatàda, cavernòla, sarénta, polenta boìda,  ecc.) era cibo quotidiano, assieme alle minestre, arricchite grazie a una maggiore disponibilità di ortaggi e legumi.

Il fagiolo, introdotto nel secolo XVI, grazie all'umanista bellunese Pierio Valeriano, che l'ebbe in dono dal Papa, costituisce una base importante di molti piatti della cucina della Val Belluna e dell'Alpago, aree dove esistono moltissime varietà interessanti di fagiolo (Lamon, Calonega, Massèla Rossa, Mame dell'Alpago, Zalet, ecc.)


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Aggiornata lunedì 14 novembre 2022 a cura di Marco Zucco

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