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Lingua, scrittura e segni
La pluralità delle espressioni comunicative
La prima cosa che si sente quando si arriva in un luogo sono i rumori dell’ambiente e i suoni della lingua, nelle sue diverse sfumature.
Nella sezione dedicata alla lingua, alla scrittura e ai segni si possono ascoltare alcune varietà dialettali presenti in provincia di Belluno: il ladino nelle sue differenziazioni areali, il sappadino, un antico dialetto tedesco, il feltrino-bellunese, l’italiano regionale, qualche frammento oramai residuale dei gerghi di mestiere (seggiolai, pastori, calderai, venditori ambulanti).
Le lettere, i diari, i libri di conti, le liste dotali esposti mettono alla luce vicende umane spesso drammatiche, legate prevalentemente alla guerra e all’emigrazione. Quest’ultima, insieme alla positiva influenza del sistema scolastico austriaco, soprattutto nella fascia dolomitica, ha favorito nel secolo XIX l’ampia diffusione dell’alfabetizzazione. Significativi sono anche alcuni esempi di scrittura su supporti diversi (tessuti, legno, metallo, terracotta).
Di particolare interesse sono i segni di proprietà, visibili sulla superficie di numerosi oggetti, con le iniziali dei proprietari. Nell’area ladina si utilizzavano con la stessa funzione i segn de ciasa / de cesa, segni grafici, registrati nei libri delle Regole, a ognuno dei quali corrispondeva una famiglia e i segni dei mercanti che venivano incisi sui tronchi di legname fatti fluitare lungo il Piave e il Cordevole.
Per marchiare glia animali, soprattutto gli ovini, si asportava, con la forbice da tosatura, la cartilagine delle orecchie degli animali, secondo una precisa simbologia.





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Aggiornata lunedì 14 novembre 2022 a cura di Marco Zucco