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L’esodo in Brasile
Contadini veneti alla ricerca di nuove terre
Migliaia di famiglie venete, trentine, friulane e lombarde condivisero sul finire dell'800 le aspettative e le incognite di un esodo alquanto peculiare. Il Governo Imperiale del Brasile aveva promosso infatti, a partire dalla prima metà del secolo, un grandioso progetto di colonizzazione di vasti territori vergini posti al sud della nazione, favorendo l'immigrazione di contadini europei.
La provincia di Belluno diede un notevole contributo a questa emigrazione. Dopo la traversata transoceanica, partendo dai porti di Genova, Marsiglia, Le Havre, e un periodo di quarantena nell’Isola dei fiori a Rio de Janeiro, gli emigranti raggiungevano via mare e poi via fiume le terre loro destinate soprattutto negli stati meridionali di Paranà, Santa Catarina, Rio Grande do Sul.
Ogni famiglia riceveva un lotto di 30-40 ettari, coperto di foresta vergine, che doveva essere diboscato e bruciato.
La foresta, nel volgere di pochi decenni, lasciò spazio a campi di frumento, granoturco, vigneti e a piccoli insediamenti che spesso ricordavano i nomi dei paesi di partenza (Nova Venezia, Nova Milano, Nova Belluno, Nova Trento).
Lo stanziamento in aree rurali e piuttosto isolate favorì, per oltre un secolo, la conservazione di una cultura fortemente influenzata da quella delle aree di origine e la formazione di una koinè linguistica con prevalenti tratti veneti.
Ancora oggi, nonostante alcune di quelle regioni siano tra le più industrializzate del Brasile, rimane un forte legame tra i discendenti italo-brasiliani e la patria di origine dei loro antenati e numerose sono le iniziative volte a valorizzare questo patrimonio linguistico e culturale.
Sempre nella sezione “Primo piano”
Una forma peculiare di emigrazione temporanea
Un rapporto d'amore
L’adattamento allo spazio montano
La pluralità delle espressioni comunicative
Fiabe, leggende e suoni della montagna bellunese
Aggiornata lunedì 14 novembre 2022 a cura di Marco Zucco