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Alpeggio e fienagione

Lo sfruttamento scalare dei pascoli e la produzione del foraggio

La presenza di situazioni microclimatiche differenziate in rapporto all’altimetria, all’esposizione dei versanti, alla natura dei terreni ha favorito nella provincia di Belluno, come del resto in altre regioni alpine, lo sfruttamento scalare dei pascoli dal fondovalle alle praterie più elevate, in base ai tempi di maturazione del foraggio. Gli spostamenti delle mandrie avvenivano in genere a breve distanza (al massimo un giorno o due di cammino).

Nelle aree dolomitiche dell’Alto Bellunese l’uso comunitario dei pascoli, molti dei quali destinati alle pecore, era rigidamente sottoposto al controllo delle regole e delle vicìnie, e contemplava, ancora fino al secondo dopoguerra, sia il pascolo di monte in apposite malghe, sia il pascolo giornaliero (a ròdol) con l’affidamento degli animali a un pastore (pastre, bolco) oppure a una famiglia, a turnazione.
Nella Val Belluna i sistemi regolieri furono progressivamente sostituiti dalla conduzione familiare dei pascoli privati di mezza montagna (maiolère) e da quella associativa dei pascoli in quota, di proprietà comunale, dove all’inizio di giugno, i singoli proprietari conducevano i bovini dal fondovalle o dai pascoli intermedi in una malga (casèra) ad alta quota, affidandoli ad un mandriano (capo vachèr, doghèr), che in genere aveva stipulato un contratto di locazione con il comune.

L’alpeggio, che si pratica ancor oggi in diverse malghe del territorio bellunese, era un tempo strettamente correlato alla pratica della fienagione sia perché entrambi erano finalizzati all’allevamento dei bovini, sia perché l’affidamento del bestiame ai malgari consentiva alla famiglia contadina di occuparsi del fieno e dei campi.

E’ stato calcolato che prima della diffusione dei mangimi, per mantenere una mucca da latte fosse necessario disporre di circa quattro quintali di fieno al mese. La coltivazione dei prati per la produzione di foraggio costituiva pertanto un elemento essenziale nell’economia delle aree alpine e prealpine


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Aggiornata lunedì 14 novembre 2022 a cura di Marco Zucco

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