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I dolci di Santa Apollonia - 1

Crostui in Comelico

Crostoli, frittelle di mele, semplici o di pane, assieme alla péta erano, fino agli anni '60 del secolo scorso, i dolci più comuni del Cadore e del Comelico.

Oggi, per cui questi dolci sono identificati soprattutto con le feste di carnevale,  mentre fino alla metà del secolo scorso, e anche oltre, i cróstui e le frittelle accompagnavano quasi tutti i momenti festivi della comunità locale. In particolare i cróstui erano il dolce per eccellenza delle nozze, preparati alcuni giorni prima del matrimonio e distribuiti in dono ai vicini di casa e ai parenti. Tale consuetudine, ancora abbastanza diffusa, sembra oggi investita di un ruolo che travalica il semplice consumo di cibo. Alcuni informatori sottolineano infatti l'aspetto “identitario” di questa usanza.

La ricerca e il filmato hanno come protagoniste due sorelle anziane: Guglielmina e Anna Festini, di Dosoledo di Comelico Superiore.

Preparazione: si versa la farina sulla spianatoia e si aggiungono un pizzico di sale, lo zucchero, la scorza grattugiata di limone, un po’ di grappa, un rosso d’uovo e tre uova intere. Gli ingredienti vengono impastati con la forchetta e poi con le mani per circa dieci minuti. Si lascia riposare l’impasto al caldo, coperto con un tessuto. La pasta viene passata nell’apposita macchina, fino ad ottenere una sfoglia sottilissima. Nel frattempo si scalda l’olio, si suddivide la sfoglia in più parti con la rotella, praticando al centro di ciascuna parte due incisioni nel senso della lunghezza. Prima di essere passate nell’olio, le sfoglie sono tirate a mano nel senso della larghezza. Dopo la frittura i cróstui vengono disposti su un piatto e cosparsi di zucchero.


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Aggiornata martedì 01 marzo 2022 a cura di Marco Zucco

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